lunedì 14 maggio 2007

Quando il poker si fa per sport e non per azzardo

La passione per il poker e per il gioco d’azzardo, lo sanno tutti, può spesso degenerare e rendere schiavi di un vortice che in molti casi spinge le persone a rovinarsi con le proprie mani. Quando questa passione però si tramuta in sport, praticato per il semplice gusto di stare insieme e trascorrere una serata diversa, allora si può parlare di divertimento senza scomodare eccessivi cliché e tabù del caso. Almeno così la pensa Giacomo Novelli, rimasto affascinato da una disciplina che spopola sulle Tv italiane e che si chiama Texas Hold’em: «Me ne ha parlato la prima volta un amico che seguiva sui canali satellitari le partite nei grandi casinò americani e mi ha subito affascinato - spiega Giacomo, che ha iniziato nel 2005, prima ancora che l’interesse espolodesse -. A quel punto non è stato difficile trovare le regole di questa variante del poker classico, perché su internet si trova di tutto». Da lì il passo successivo è stato quello di trovare appassionati e amici pronti a cimentarsi sul panno verde, davanti ad altri, a volte otto dieci avversari: «I primi tavoli li abbiamo fatti fra di noi - continua Giacomo -, ho comprato carte e fiches e un po’ a turno abbiamo messo a disposizione la casa». Adesso il gruppo è sempre più folto e il divertimento sempre maggiore con spesso nuovi sfidanti pronti a subentrare: «Voglio comunque precisare - continua il ventiquattrenne pratese che negli ultimi mesi ha partecipato a numerosi tornei - che quello che facciamo noi non è gioco d’azzardo. Infatti chi partecipa a questi tornei mette una quota fissa, che non è mai più cara di un boccale di birra preso in un pub, e massimo si gioca quella. Funziona un po’ come un normale torneo: si paga per giocare e chi rimane alla fine solo sul tavolo si prende il montepremi». Alla semplice passione è poi seguita la voglia di competere anche in tornei importanti: «Tutto è iniziato a dicembre dell’anno scorso quando con un gruppo d’amici ho partecipato ad un torneo a Perugia, aperto a tutti. Si è trattata di una esperienza davvero divertente e oltretutto mi ha permesso di conoscere Alessandro Meoni, presidente dell’associazione «All In poker» di Prato, con il quale è nato un bel rapporto». L’associazione di Meoni, che ancora non ha una sede definitiva, organizza i tornei all’Art Hotel di Calenzano, dove vengono disputati con regolarità tornei di zona che in palio, molto spesso, mettono l’iscrizione a tornei prestigiosi: «Così chi è bravo ha la possibilità di cimentarsi con veri mostri sacri del Texas Hold’em - conclude Giacomo, mentre ci mostra alcune mani per capire il gioco -. Domani per esempio parteciperò al torneo di San Remo, in Italia, dove adesso si inizia a parlare un po’ di più di questo sport, trai più prestigiosi».

Da: L'Espresso

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